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25/01/2016 1 VS 1 CON... LUIGI GRESTA: "28 MAGGIO 2004, UNA DATA INDIMENTICABILE"

Prosegue la nostra rubrica "1 vs 1", e lo fa dopo la splendida vittoria di ieri sera nel Derby delle Marche contro Recanati. Oggi non abbiamo le parole di un ex giocatore, bensì di un allenatore che ha ottenuto il traguardo più importante per l'Aurora Basket: la promozione in Serie A. L'allenatore intervistato quest'oggi è infatti Luigi 'Gigio' Gresta, attuale allenatore della Bawer Matera, prossima avversaria aurorina e diretta rivale nella lotta alla salvezza. 

Se pensa all’Aurora Basket, cosa le viene in mente?
Una data in particolare: 28 maggio 2004. Palasport di Casalecchio, un vero e proprio trionfo. Mi viene in mente quel momento, ma anche la vittoria a Reggio Emilia durante la fase ad orologio. Erano un gruppo di fantastici ragazzi con una società che ci sosteneva al 100%, ed un pubblico che riempiva palas: anni irripetibili che mi porterò con me per tutta la mia vita.

Quali sono i giocatori/dirigenti con cui è rimasto in contatto dalle esperienze a Jesi?
Tra gli allenatori con Andrea Mazzon, Gianluca Petronio (anche se dirigente) ed Altero Lardinelli, ma anche Alfiero Latini, il patron dell'allora Sicc. Poi Gallucci, Talacchia... Gente con cui si va dagli auguri di buon Natale in su. Tra i giocatori mi sento spesso con Maggioli, Mason Rocca, Jamal Robinson, Brett Blizzard, James Singleton, con Lupo Rossini ci si incontra ogni tanto, e Juan Marcos Casini, che ultimamente ho affrontato in campo.

Cosa ricorda con più piacere degli anni passati qui?
Ricordo con estremo affetto il mio rapporto sincero, diretto e costruttivo con Alfiero Latini: nella sua durezza mi ha insegnato tanto, ci sono stati anche momenti negativi come l’esonero, ma so che in cuor suo è stato davvero dispiaciuto anche in quell’occasione. La città la vivevo poco venendo da una città vicina come Pesaro, ma ricordo l’esperienza molto lunga di Jesi con grande piacere ed affetto, insieme alle piazze di Avellino e Cremona sono state le avventure più belle fino ad ora.

Può raccontarci un aneddoto segreto, una curiosità che ricorda meglio?
Ce ne sono parecchi! Un ricordo bellissimo è stato quando per Gara 3 a Bologna, in finale playoff, iniziai la rie prepartita. Su ogni seggiolino del palasport bolognese c’era un foglio con scritto “Vogliamo tornare a Jesi”, col simbolo della Virtus. Eravamo 2-0 per noi, dovevano vincere quella partita e la successiva, poi si sarebbe tornati a Jesi in parità per la 'bella'. Attaccai questo foglio alla lavagna in spogliatoio, e scrissi “anche noi. Questa sera”. E fu così. Ma anche durante la gara a Reggio Emilia nella fase ad orologio: si fa male Whiting, all'intervallo scendo e c’era Trent in barella in lacrime davanti allo spogliatoio. Mi ci tuffo sopra ed inizio a piangere dalla rabbia anche io, quando eravamo sotto di 12/13 punti. Di fianco allo spogliatoio c’è una palestra: entro ed inizio ad urlare forte, imprecare e diventare viola: Petronio mi prese per matto. Entro in spogliatoio e continuo ad urlare: “Gli spacchiamo il c**o, ci vendicheremo, hanno infortunato un nostro giocatore!”, quando in realtà sapevo benissimo che era avvenuto per pura sfortuna e gli altri non c'entravano nulla. Entriamo in campo, parziale di 10-0 e si vinse anche quella partita. Se avessero vinto sarebbero stati promossi automaticamente, avevano già pronte le maglie celebrative... Abbiamo messo il classico tappo nelle bottiglie di champagne.

Infine, cosa vuole dire ai tifosi jesini?
Faccio un grande in bocca al lupo alla società, sia noi che loro possiamo essere ancora qui l'anno prossimo e mantenere la categoria. Sono uno a cui piace lottare, ora la mia panchina è quella di Matera e farò di tutto domenica per far rimanere i 2 punti a Matera. Ma Jesi è la mia storia, un luogo a cui sono molto affezionato, e spero che sia noi che Jesi potremo raggiungere questo scudetto che è per noi la salvezza.

 

 
 

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