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Primo Novelli

Probabilmente in quel lontano 1965, Gianni Rossetti (oggi giornalista Rai), Carlo Barchiesi (attuale presidente), il compianto Primo Novelli, fondatori dell'Aurora Basket, non potevano prevedere un futuro così pieno di successi per la loro "creatura". Erano gli anni in cui la maggiore società di basket cittadina, la Springoil del professor Apolloni (in memoria del quale si disputa un torneo pre-campionato), aveva appena sfiorato la promozione in serie A, ma si era sciolta per sopravvenuti problemi economici. Nasce così immediata l'esigenza di restituire il basket alla città di Jesi. Il primo sasso lo scaglia don Roberto Vigo, lo stesso che ha visto crescere nel campo della sua parrocchia il calciatore Roberto Mancini, il quale propone a Gianni Rossetti di fondare una sezione dedicata alla pallacanestro, all'interno della polisportiva Aurora. Nasce così ufficialmente l'Aurora Basket, dirigenti, appunto, Rossetti, Barchiesi e Novelli, presidente Mario Gherardi. Il primo campionato della storia, stagione 1965/66, vede l'Aurora impegnata in 1° Divisione regionale, fino al salto in Promozione, che avverrà tre anni dopo. I primi anni vedono una lenta, ma graduale crescita a livello societario, entrano nel gruppo altri personaggi, arrivano i primi sponsor, nasce un settore giovanile. Di pari passo cresce la squadra ed arrivano risultati sempre migliori. Non sono neanche passati 10 anni dalla sua nascita, che l'Aurora, conquista la promozione in serie D (1973/74) e da quel momento in poi non lascerà più i campionati a carattere nazionale. In quei primi anni di serie D la squadra sarà ospite del Club Scherma Jesi, quello in cui muoveranno i primi passi gli olimpionici Cerioni, Trillini, Vezzali, fino alla costruzione di una palestra di proprietà, nelle vicinanze del campo di calcio di S.Sebastiano, in via del Prato. Pochi anni di gavetta, un paio di promozioni sfiorate e, nel campionato 79/80, l'Aurora centra un nuovo salto di categoria, salendo in C/2, con una squadra che nasce da un mix perfetto tra giocatori locali ed elementi provenienti da categorie superiori, come Giovannini, Carnevali e Castelli arrivati dal Fabriano e Paccapelo arrivato dalla Lineaerre Pesaro. La prima esperienza in C/2 si chiude con la partecipazione alla poule C/1, ma al di là del risultato - la promozione andrà al Montegranaro - la società capisce che è arrivato il momento di osare e di porsi obiettivi ancor più ambiziosi. Il basket si sta infatti conquistando uno spazio rilevante nel panorama sportivo cittadino, e soprattutto può contare su un pubblico oramai consolidato. L'anno successivo l'Aurora arriva a sfiorare la C/1, sconfitta in un girone di spareggio a tre che si tiene nella cittadina laziale di Formia, dal Barcellona, che in seguito salirà in A/1. L'appuntamento con la C/1 è rinviato di due sole stagioni (1983/84) dopo un campionato iniziato senza sponsor e con programmi ridotti, ma culminato con un crescendo di risultati che porterà la squadra a chiudere al 2° posto in classifica e superare, nei play-off finali la corregionale formazione del Matelica. La prima C/1 vedrà purtroppo la squadra, inserita in un girone di ferro, chiudere il campionato all'ultimo posto, ed il ritorno in C/2, l'anno successivo, culminerà con una seconda, ma stavolta incredibile retrocessione consecutiva, che riporterà la squadra al punto di partenza. Ancora una volta la società si trova di fronte ad una decisione storica: mollare tutto o ripartire con rinnovate ambizioni. La strada più difficile è certamente la seconda, ma si riparte. Si sceglie come campo di gioco l'attuale pala Triccoli, si potenzia ulteriormente la struttura societaria, entrano forze economiche nuove, nasce persino un house organ, "Basket notizie", curato dal giornalista Gianni Angelucci. Il purgatorio in serie D, perchè di purgatorio si tratta, dura ben 4 anni, ma alla fine la squadra assapora di nuovo la serie C (stagione 1989/90).

Piero Coen

I primi 2 anni sono di assestamento, poi, all'inizio del campionato 92/93, avviene un fatto che segnerà positivamente la storia futura del basket iesino; l'Aurora lega il suo nome ad un nuovo sponsor, la Sicc cucine. Il titolare della Sicc, Alfiero Latini, non tarda a manifestare le sue ambizioni: oltre a richiedere una impostazione più manageriale della società , non si accontenta di una modesta serie C, tanto che dopo due stagioni senza troppi risultati, al terzo tentativo si decide che è il momento di salire ancora. Un'altra scelta importante è di carattere tecnico, si decide di ingaggiare un coach giovane ed emergente, Alessio Baldinelli, con il quale viene costruito un progetto importante. Quando lo stesso Latini, alla presentazione della squadra, promette il derby contro Fabriano nel giro di tre anni, pochi si rendono conto che il sogno diventerà realtà.

Gordan Firic

Ed in effetti l'Aurora e la Sicc compiranno un triplo salto, fino a conquistare l'A/2 al termine della stagione 1996/1997, battendo nei play-off finali la Gaverina Bergamo di coach Recalcati. La promozione contro i lombardi arriva in sole due gare, grazie al successo di gara-1 in trasferta (71-77) e alla vittoria-apoteosi ottenuta davanti tripudio degli oltre 4000 jesini accorsi al Palasport di via Tabano, il 21 maggio 1997. Nelle sue esperienze in A/2 e Legadue la Sicc prenderà sempre parte ai play-off finali, tranne che nella stagione 2009/2010, diventando oggi una della squadre di riferimento nella seconda lega professionistica. Le stagioni 1999/2000, 2003/2004 e 2007/2008 sono state quelle in cui la squadra ha ottenuto i migliori risultati di sempre: nella prima occasione la Sicc BPA partecipa alla “Final Eight” di Coppa Italia – unica formazione di A/2 con sette squadre di A/1. La stagione 2003/2004 è quella della promozione in Lega A, dopo una avvincente serie di play-off contro la Virtus Bologna. La stagione 2007/2008 è quella in cui la Fileni BPA conquista la Coppa Italia di Legadue. La stagione 2003/04 ha dato il pass per la serie superiore, al termine di un campionato che ha visto la squadra dell'esordiente coach Gresta sempre tra le protagoniste.
Dopo il 3 a 2 su Scafati e il 3 a 0 su Montecatini nei play-off, la finale contro le V nere di Bologna ha sancito una cavalcata trionfale. Il 2 a 0, conquistato in casa in un autentico bagno di folla in gialloverde (palasport esaurito in ogni ordine di posti), ha spianato la strada al sonoro +25 inflitto ai felsinei al PalaMalaguti davanti a 7500 spettatori, di cui almeno 1000 jesini. La sfida della Lega A, per la Sicc BPA ha coinciso forse con una delle stagioni più sfortunate della propria storia: una annata piena di difficoltà di ambientamento, culminate con l'esonero di Luigi Gresta al quale è subentrato un plurititolato come Slobodan Subotic, ha avuto un finale che definire amaro è riduttivo.

Walter Berry

Nelle ultime sette gare, l'Aurora si è vista più volte portare via i due punti meritati sul campo da decisioni dei direttori di gara che hanno lasciato più di un dubbio. La stagione 2005/2006 segna una svolta epocale nella storia della società, perché sarà l’ultima, dopo sedici anni di successi, con il marchio Sicc Cucine. L'annata si apre con l'annuncio dell'arrivo di uno dei più accreditati allenatori del panorama nazionale: Luca Banchi. Il mercato giocatori è segnato, tra gli altri, dall'arrivo di un giocatore africano di nome Romain Sato, ala-piccola uscita da Xavier University che ha passato l'ultima stagione a fare da sparring partner in allenamento a Manu Ginobili ai San Antonio Spurs, poi vincitori dell'anello Nba, che grazie alla sua stagione jesina, si farà conoscere in tutta Europa. E’ una stagione vissuta tra alti e bassi, ma in prossimità dei play-off la squadra comincia a dimostrare il suo valore; il 29 marzo 2006, un incidente d'auto notturno vede coinvolti seriamente tre giocatori, Montonati, Dorsey e Kabba. Da quel momento in poi la Sicc Bpa, senza i tre americani, perderà tutte le partite fino alla fine della regular season. Nonostante tutto entrerà ai play-off come ultima del ranking, perdendo 3-0 contro Ferrara, riuscendo anche a perdere una drammatica gara-3 al PalaTriccoli in superiorità numerica di 3 contro 5, dopo 2 tempi supplementari. Proprio a metà di quella disgraziata partita del 5 maggio 2006, un attacco cardiaco coglie il patron Latini all'interno dell'impianto. Per fortuna i soccorsi repentini riescono a evitare il peggio, ma è l'episodio che fa maturare alla famiglia Latini la decisione di abbandonare il basket. L'annuncio viene dato da Gianluca e Francesca Latini, figli di Alfiero, il 16 maggio durante una conferenza stampa: per l'Aurora è la fine di un'era importantissima.


Alberto Rossini

L'allestimento della squadra della stagione 2006/07 parte in ritardo, perché durante l’estate si lavora alacremente per creare una compagine societaria, tutta jesina, che possa rilevare le quote della famiglia Latini e scongiurare il pericolo che il titolo sportivo dell'Aurora migri verso altre piazze (in molte si erano fatte avanti) e che si sancisca così la fine del basket a Jesi. Grazie all'impegno di una compagine di volonterosi imprenditori e "piccoli soci", guidati da Livio Grilli dell'Apra informatica che di fatto si sobbarca l'onere di fare da collante, portavoce e garante dell'operazione, le quote dell'Aurora passano di proprietà davanti al sindaco Belcecchi in una cerimonia che si tiene il 28 giugno 2006. Per l'Aurora inizia una sorta di seconda vita: la neonata società comunque è solidissima. Tre giorni prima dell'inizio del campionato arriva anche lo sponsor principale che affianca tuttora la BPA: la Fileni di Giovanni e Roberta Fileni che già fanno parte della cordata di imprenditori che hanno rilevato la società. Viene ingaggiato Dario Bocchini come direttore sportivo, torna coach Subotic, l'obiettivo unico dichiarato è la salvezza.

 

Mason Rocca

Punti fermi Rossini, Maggioli e Casini, come stranieri arrivano dagli States il tiratore Stanton e una guardia Rush; Stanton non convince e viene tagliato a novembre per far posto a un rivale storico dell'Aurora: Ryan Hoover. La squadra stenta ed a dicembre Subotic si dimette dopo il -20 interno contro Fabriano. Sulla panchina arriva un altro personaggio che lascerà un segno importante nella storia dell’Aurora basket, Andrea Capobianco. Sotto la sua guida la squadra si scuote e nel girone di ritorno la Fileni Bpa si renderà protagonista di una serie di successi accedendo ai playoff all'ultima giornata proprio a scapito dei cugini del Fabriano Basket. Nei quarti di finale trova Caserta, che ha perso la promozione diretta in A proprio all'ultima giornata; l'Aurora è lanciatissima e si aggiudica la serie 3-1, ottenendo il passaggio proprio sul neutro di Osimo, dove era stata costretta a migrare causa l'indisponibilità del PalaTriccoli per l'impegno interno contemporaneo della pallavolo femminile. Nonostante ciò si spostano da Jesi in ben 2700 ed è una festa bellissima proprio nel palasport intitolato all'indimenticabile coach aurorino Alessio Baldinelli. Una festa di calore e colore, proprio come nelle occasioni più belle nella storia dell’Aurora, come quando al ritorno da Viterbo (19 maggio 1996, spareggio per la promozione in B/1) stagione si contarono 12 pullmann parcheggiati lungo corso Matteotti o come nell’indimenticabile serata di Bologna. In semifinale la Fileni trova l'altra sorpresa Pavia. Le gare sono tutte tiratissime. Pavia va avanti 2-0. Jesi pareggia con il doppio turno casalingo vincendo gara-3 e gara-4 di un punto. A Pavia per gara-5 salgono in 400 nonostante i chilometri, il giorno lavorativo e l'orario notturno. In 700 sono invece davanti allo schermo gigante allestito a piazza delle Monnighette, a testimoniare che il pubblico jesino si è ricompattato intorno ad una squadra molto coesa e grintosa ed al suo coach che in pochi mesi è già ai massimi indici di gradimento della storia della pallacanestro jesina.

Anche la gara-5 è molto equilibrata, ma alla fine la spunta Pavia. La finale con la Scavolini Pesaro non ci sarà, ma la Fileni Bpa esce comunque a testa alta e tra gli applausi del pubblico in una stagione di transizione. Nella stagione successiva (2007/2008) la Fileni BPA, arriva ad un passo dal ritorno in A/1; la società mette nelle mani del riconfermato Capobianco, una squadra di grande valore, con la conferma di Lupo Rossini, Maggioli, Maestranzi, Hoover, Cantarello, Eliantonio, Farrington, con un arrivo di grande qualità, Moss e l’inserimento del giovane Bonessio. E’ ovvio che con un organico di questo valore è lecito pensare in grande, ed in effetti, a metà stagione, la Fileni BPA conquista la Coppa Italia di Legadue, battendo in finale, proprio sul suo campo una ambiziosa Ferrara, che a fine campionato salirà in A/1. Ma le emozioni non sono esaurite, dopo aver chiuso la classifica all’8°  posto, iniziano i play-off. La squadra elimina con un secco 3-0 Sassari, vincendo i due incontri in terra di Sardegna, la stessa sorte, in semifinale, tocca a Reggio Emilia – 3-1 la serie. La decisiva vittoria in gara-4 arriva grazie a due tiri liberi di Hoover allo scadere (70-69), ma la cosa più bella la fa Lupo Rossini, nell’azione precedente, rubando palla, in tuffo, al play avversario Young. La finale mette la Fileni BPA di fronte ad un Caserta, sulla carta imbattibile, il subentrato coach Frates, ha ottenuto di poter rivoluzionare tutto l’organico, con grandi individualità, giocatori ai quali la Legadue sta indubbiamente stretta. Capobianco sa di poter contare, e non è cosa da poco, sulla grande forza del gruppo. Perse gara-1 e gara-2 a Caserta, in un ambiente carico a mille per la possibilità di un ritorno in A/1, e praticamente senza tifosi al seguito, la Fileni BPA conquista una spettacolare gara-3 in un pala Triccoli, ovviamente esaurito, e, due giorni dopo, prepara l’assalto decisivo per portare Caserta a gara-5, spostando addosso ai campani tutta la pressione psicologica.

 

Come nel match precedente, al pala Triccoli, è grande spettacolo e sugli spalti c’è grande partecipazione, nelle due tifoserie, che si danno “battaglia” senza il minimo problema di ordine pubblico. Il match si decide proprio a fil di sirena, vince Caserta per 72-70, ma il tiro della vittoria di Hoover, balla per un interminabile secondo sull’anello del canestro ospite, finendo fuori. Jesi esce a testa alta, da un confronto, almeno sulla carta, sin troppo scontato, favore di Caserta. Anche la stagione successiva vede ai nastri di partenza una squadra forte ed ambiziosa: sono partiti per altri lidi alcuni dei “pezzi” migliori, coach Capobianco, Moss, Hoover, rimpiazzati da Cuffee e Ryan. Sotto la guida di coach Zanchi, un gradito ritorno il suo, La Fileni BPA gioca un buon girone di andata, che le permette anche di salire in testa alla classifica e di giocarsi la leadership del campionato sul campo della plurititolata Varese, uscendo sconfitta solo dopo un supplementare, pur avendo avuto decisamente in mano il match, nei tempi regolamentari. Da quel momento in poi, complici anche alcuni infortuni, la squadra subirà una pericolosa flessione, che porteranno anche all’esonero di Zanchi, sostituito dal suo assistente Ciaboco. La squadra riesce comunque a centrare l’obiettivo play-off, eliminata proprio dalla squadra che salirà in A/1, Sassari.


E’ una serie di play-off estremamente equilibrata e combattuta, dopo i primi due incontri in terra sarda, la serie è sull’ 1-1, Jesi confida nei due match del pala Triccoli, per chiudere la serie, ed in effetti conquista gara-3. Il match successivo è però appannaggio di Sassari, che conquista la bella (107-109), dopo un match nel quale viene contestato apertamente l’operato degli arbitri, anche gara-2 si era chiusa con polemiche addirittura ancora più accese da parte dei sardi. La bella va comunque meritatamente alla squadra di casa che dovrà però rimandare la promozione in A/1 all’anno successivo. Definire la stagione successiva, una delle più strane nella storia dell’Aurora basket, è probabilmente poco. Non basteranno due allenatori, Vanoncini e Bartocci, non basteranno due “tagli”, Boykin e Paulinho, tre innesti in corso di stagione, Gabini, Strickland e Shannon, per dare una vera identità ad una squadra, orfana, ad inizio di stagione, di Maggioli, salito in A/1 alla Virtus Bologna. Il problema principale è che, nonostante buone individualità, non si creerà mai una vera chimica di squadra, e, a suon di alti e bassi, salterà la panchina di Vanoncini; neanche Bartocci riuscirà a raddrizzare una barca, destinata verso una pericolosa deriva, anzi, la Fileni BPA, arriverà, veramente a sorpresa, a doversi giocare la salvezza, proprio all’ultima giornata (2 maggio 2010), di fronte al proprio pubblico, contro la gloriosa Reyer Venezia, che dimostrerà di avere più voglia di vincere, lasciando alla squadra di casa il penultimo posto in classifica. Il resto è storia recente: un ripescaggio ha rimesso ancora in pista, nel campionato che sicuramente più le appartiene, l’Aurora basket; un ripescaggio ottenuto non certo a caso. La solidità della società, la tradizione della stessa ad aver sempre rispettato i propri impegni economici, la lunga serie di successi, la competenza e civiltà dell’ambiente sportivo jesino, sono stati certamente, tra gli argomenti decisivi. Ma la sfortuna che perseguita la Società arancio-blu non si esaurisce con la sfortunata annata 2009-10. Nelle due successive infatti, con Stefano Cioppi in panchina come capo allenatore, la Fileni Bpa deve subire la beffa di uscire dai playoff nell'ultima giornata solo per la classifica avulsa e la differenza canestro Nel 2010-11 perde lo scontro diretto dell'ultima giornata a Pistoia, che la ragguanta in classifica e la supera per differenza canestri. Nel 2011-12, stagione in cui all'inizio viene promosso a ruolo di direttore sportivo Federico Manzotti, per molti anni team manager, la squadra di Cioppi subisce identico destino perdendo lo scontro diretto di Veroli all'ultimo turno, che la raggiunge al pari di Ostuni: entrambe vanno ai playoff, la Fileni Bpa invece rimane fuori perchè ultima delle tre nella classifica avulsa. Anche nella stagione 2012/2013 la fortuna non ha aiutato l’Aurora Basket Jesi che ha concluso la sua quindicesima stagione tra i professionisti al dodicesimo posto. Sin dalle prime battute, gli infortuni hanno segnato la squadra jesina colpendo spesso i giocatori di maggior rilievo della formazione arancioblù. A fine gennaio poi, il coach Stefano Cioppi è stato sollevato dall’incarico e sostituito dal suo vice Andrea Pecchia. Nonostante l’avvicendamento e qualche buon risultato iniziale, Pecchia non è riuscito a girare il vento della stagione, non arrivando a disputare i playoff, sempre con una buona dose di malasorte. 


La stagione 2013/14 si apre con il ritorno, ma in panchina, di uno degli eroi del triplo salto dell’Aurora dalla serie C1 alla A2, quel Piero Coen che, da giocatore, aveva conquistato i cuori degli jesini. Insieme a lui riabbraccia l’Aurora Basket una colonna come Richard Mason Rocca che, dopo dieci anni a calcare i parquet più importanti d’Europa e del Mondo, torna nella città che l’ha lanciato, consacrato e adottato. Pur con un roster di ottimo livello, con capitan Maggioli insieme a Rocca, Goldwire e, in un secondo momento, l’avvicendamento con Hoover, alla sua ultima stagione da professionista, la Fileni BPA non riesce a raggiungere nemmeno in questa stagione la post-season, complici i troppi alti e bassi con un andamento in trasferta deficitario ma anche i tanti infortuni che, a ripetizione, hanno colpito gli alfieri arancioblù. L’unica vittoria esterna, a Imola, è quella che sancisce la fine delle sofferenze e che scrive la parola salvezza a una stagione che stava per prendere una brutta piega. Un tredicesimo posto che verrà replicato anche l’anno successivo. Il cambio estivo in panchina porta l’arrivo di Maurizio Lasi in riva all’Esino e, con lui, una squadra interessante, un mix di esperienza, gioventù e talento e con le certezze riposte tutte ancora nel duo Maggioli-Rocca.

L’Aurora parte stentando salvo poi invertire la rotta e centrando una bellissima vittoria a Verona contro l’allora capolista. La svolta, però, non arriva e, come l’anno precedente la Fileni BPA naviga nel limbo tra le zone calde e la parte bassa del tabellone playoff. Anche questa stagione, poi, sarà segnata da alcuni addii importanti: da una parte del campo, infatti, Mason Rocca dice basta chiudendo la sua carriera, mentre capitan Maggioli lascia l’Aurora accasandosi a Imola; dall’altro saluta la compagine jesina dopo tantissimi anni anche Federico Manzotti, personaggio storico del mondo arancioblù. Il 2015/16, in sostanza, è quasi una sorta di anno zero, anche a livello societario, con questa che diventa la prima stagione anche senza Fileni quale main sponsor sulle maglie.

La ripartenza poggia su due fulcri, il lancio definitivo di Marco Santiangeli e la riconferma in panchina di Maurizio Lasi. Tuttavia, la squadra allestita dal neo-DS Federico Ligi, pur con un avvio incoraggiante, inizia ad accusare, già a novembre, le prime difficoltà, sprofondando al penultimo posto in classifica. A cavallo tra fine girone di andata e inizio girone di ritorno arriva una piccola scossa, culminata nel tiro decisivo di Josh Green nel derby con Recanati che, di fatto, rilancia l’Aurora. La lunga volata si esaurisce, però, nello scontro diretto con Legnano, alla 25° giornata: la tripla di Palermo a fil di sirena si rivelerà, a posteriori, la condanna ai playout per la formazione arancioblù. La rivoluzione delle ultime giornate, poi, porta all’esonero di coach Lasi in favore di Damiano Cagnazzo, vice storico aurorino, e agli arrivi di Corbett e Sorokas. In un infuocato UBI Banca Sport Center, Jesi conquista la salvezza solo in gara-5 contro un’Omegna falcidiata dagli infortuni. I due anni successivi sono, con ogni probabilità, quelli più entusiasmanti dell’ultima decade. Si riparte dalla conferma di coach Cagnazzo oltre a quelle di Maganza e Battisti, contestualmente gli arrivi di giocatori come Tim Bowers e soprattutto Dwayne Davis portano l’Aurora a costruire un roster divertente che, a differenza della stagione passata, centra molto in anticipo il traguardo della salvezza, sfiorando addirittura la qualificazione ai playoff. Una post-season che, però, non tarda ad arrivare. Solo 365 giorni dopo, infatti, con un roster ampiamente rinnovato, Jesi ritorna su un palcoscenico che le mancava da 10 anni esatti. Capitan Rinaldi, Marini, Hasbrouck e un talento del calibro di Marques Green, arrivato in corsa al posto di Ken Brown ma, di fatto, rivelatosi il trascinatore dell’allora Termoforgia, sono gli eroi che, prima, riportano entusiasmo con vittorie storiche come quelle su Treviso e Fortitudo Bologna, e trascinano, poi, ai playoff, pur cedendo subito con un secco 3-0 contro Casale Monferrato. Dal punto più alto della storia recente a quello più basso degli ultimi 25 anni. Con i soli Cagnazzo e Rinaldi confermati, ancora una volta l’Aurora Basket deve ricostruirsi da capo in uno dei campionati di A2 più difficili con tante corazzate a contendersi le tre promozioni. I troppi alti e bassi, insieme a qualche scommessa non vinta a livello di organico e ai tanti cambi di assetto, sono tra i maggiori imputati di un campionato vissuto dall’inizio alla fine con l’incubo retrocessione. Nonostante gli sforzi della società e della squadra, che a due giornate dal traguardo sembravano aver raddrizzato quasi del tutto una situazione critica, come nel peggior film dell’orrore si materializza l’incubo: i risultati dell’ultimo turno danno vita esattamente all’unica combinazione che avrebbe portato l’Aurora in Serie B. Una retrocessione che interrompe ben 22 anni ininterrotti di partecipazione ai due massimi campionati Nazionali; un passo indietro che non ferma però l’Aurora Basket, ripartita quest’estate con un nuovo entusiasmo e una nuova squadra che vuole scrivere altre pagine di storia dalle belle tinte.

 

Categorie ed esito delle stagioni dell'Aurora Basket Jesi, dal 1966 ad oggi

 
Stagione Categoria Esito
1966-67 I divisione reg. 2^ class.
1967-68 I divisione reg. 4^ class.
1968-69 Promozione reg. 8^ class.
1969-70 Promozione reg. 7^ class
1970-71 Promozione reg 3^ class.
1971-72 Promozione reg. 3^ class.
1972-73 Promozione reg. ?
1973-74 Promozione reg. Promossa in D
1974-75 Serie D 4^ class.
1975-76 Serie D Poule salvezza
1976-77 Serie D Poule salvezza
1977-78 Serie D Puole promozione
1978-79 Serie D Poule salvezza
1979-80 Serie D Promossa in C2
1980-81 Serie C2 Poule promozione
1981-82 Serie C2 Finale poule promozione
1982-83 Serie C2 1° turno Play-off
1983-84 Serie C2 Promossa in C1
1984-85 Serie C1 Retrocessa in C2
1985-86 Serie C2 Retrocessa in D
1986-87 Serie D 4^ class.
1987-88 Serie D 8^ class.
1988-89 Serie D 3^ class.
1989-90 Serie D Promossa in C
1990-91 Serie C 8^ class.
1991-92 Serie C 6^ class.
1992-93 Serie C 5^ class.
1993-94 Serie C 9^ class.
1994-95 Serie C Promossa in B2
1995-96 Serie B2 Promossa in B1
1996-97 Serie B1 Promossa in A2
1997-98 Serie A2 Quarti Playoff
1998-99 Serie A Quarti playoff
1999-00 Serie A2 Finale Playoff " Final-eight Coppa Italia "
2000-01 Serie A2 Semifinale Playoff
2001-02 Legadue Semifinale Playoff
2002-03 Legadue Semifinale Playoff
2003-04 Legadue Promossa in A1
2004-05 Serie A1 Retrocessa in Legadue
2005-06 Legadue Quarti Playoff
2006-07 Legadue Semifinale Playoff
2007-08 Legadue Finale Playoff
2008-09 Legadue Quarti Playoff
2009-10 Legadue 13^ class.
2010-11 Legadue

  9^ class.

2011-2012 Legadue

10^ class.

2012-2013 Legadue

12^ class.

2013-2014

DNA Gold 13^ class.
2014-2015 Serie A2 Gold 13^ class.
2015-2016 Serie A2  14^ class. salvezza primo turno Playout
2016-2017 Serie A2

11^ class.

2017-2018 Serie A2 Ottavi Playoff 
2018-2019 Serie A2 Retrocessa in Serie B

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